Deviazione di Luce d'Eramo
“Deviazione”
di Luce D’Eramo
“Chi mai ha scritto un libro che indica l’intima, nascosta verità?” (C. Morley)

L’alter-ego Lucia, nel corso di un romanzo che approfondisce e scandaglia i bassifondi dei crimini nazi-fascisti, guida il lettore alla scoperta della travolgente e drammatica avventura che intraprese, ancora acerba, ancora ragazza.
Figlia di un sottosegretario della Repubblica di Salò, Lucia cresce all’estero, in Francia, coltivando gli ideali e la morale fascista; scettica riguardo alle notizie -sempre più allarmanti- circa il terrore seminato e gli scempi commessi, considera le informazioni sulla durezza dei campi di lavoro come infanganti menzogne, atte solo a screditare il regime.
La ricerca della verità diviene allora una missione impellente, impossibile da rimandare: Lucia, una volta abbandonati agi e privilegi, è trascinata dall’irresistibile pulsione delle sue domande.
Il terribile viaggio ha così inizio; la prosa asciutta e scarna accompagna la protagonista nel suo lasciarsi inghiottire dal buio, in una sorta di nekyia moderna: al contrario di quella di Odisseo però, stavolta non sono solo i morti ad essere evocati, ma anche tutta quella popolazione di semi-vivi, abbrutiti dalla fame e dalla fatica, che brulica nei campi di lavoro.
Luce D’Eramo non risparmia né se stessa né gli altri, raccontando ogni sorta di bassezza raggiunta dal genere umano: carnefici e vittime sono dipinti con lo stesso freddo raziocinio, senza cedere a false indulgenze. Nel seguire la crisi morale di quest’adolescente precipitata in un mondo alieno e distopico, dai contorni sfumati di incubo, ci si addentra in un sottobosco di violenza e sopruso che accomuna tutti: gli stessi internati infatti si accapigliano, litigano furiosamente, creano gruppi antagonisti, si ignorano.
Foto di Paolo Sasso©
La realtà dei campi di lavoro restituitaci si arricchisce dunque di nuovi, raccapriccianti particolari e dettagli che sfumano la visione -troppo semplicistica- di un male piovuto dall’alto.
La potenza di questo eccezionale romanzo autobiografico sta proprio nel riportare una testimonianza accorata, un grido d’allarme, mantenendo a fuoco l’obiettivo: le lucide pagine di “Deviazione” posseggono la rara dote di non sgranare mai, di rimanere fedeli alla verità del racconto; nessun lieto fine dunque, nessuna assoluzione, nessuna stringente divisione tra buoni e cattivi.
In un’umanità così imbarbarita, non mancano tuttavia alcune scintille di speranza; nonostante il drammatico destino -scampata infatti alla furia dei campi, Luce D’Eramo rimarrà paralizzata mentre cercava di estrarre dei corpi dalle macerie- non vi è alcun segnale di resa.
Proprio in questa forza genuina, incapace di fiaccarsi e pronta a riemergere, pagina dopo pagina, risiede l’inestimabile tesoro custodito in un testo che associa al grande impianto narrativo una fine ed attenta analisi psicologica.
“Deviazione” (disponibile online su laFeltrinelli/IBS/inMondadori) si pone quindi come una bussola per chiunque voglia approfondire un periodo storico tormentato e ancor oggi discusso (si pensi solo alle ondate di revisionismo che minacciano una corretta lettura storiografica); la vicenda di Lucia, paradigmatica ed eccezionale, rappresenta un preziosissimo tassello nel mosaico, frastagliato e complesso, di quei “sommersi e salvati” tanto efficacemente descritti da Primo Levi.
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