Poesie d’amore di Nazim Hikmet
“Poesie d’amore”
di Nazim Hikmet
“Il tempo avanza, rapido, il mezzo delle notti, viene verso di noi” (N. Hikmet)
Nazim Hikmet, poeta , drammaturgo e scrittore turco, è stato uno degli autori più prolifici ed amati dell’epoca moderna.
Criptico senza trincerarsi in una torre d’avorio intellettualoide, patriota anche se condannato ad un esilio ingiusto e doloroso, romantico pur conservando asciuttezza e lucidità nella composizione, ha cavalcato i primi cinquant’anni del Novecento con una produzione ricca e varia.
“Poesie d’amore” (attualmente pubblicato in Italia da Mondadori; disponibile su Amazon/laFeltrinelli.it/IBS/inMondadori) è una delle sue raccolte più celebri, se non altro perché contiene il suo testo più famoso, datato al 1942 e composto nella prigione di Bursa, in Anatolia:
“Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto”
Fervida è la critica letteraria su questo brano tanto ermetico quanto toccante; eppure, la sintesi migliore l’ha fornita, a mio avviso, Fiorella Giacummo, instancabile viaggiatrice: “è come leggere tutta l’Iliade…”.
La grande forza di Hikmet sta proprio nella diretta potenza emozionale, nella deflagrazione insita in ogni poesia; che siano scritte nei gelidi inverni moscoviti, o alla luce di lampioni polacchi, le sue parole coincise e mai sovrabbondanti costituiscono un nocciolo, un nucleo di pensiero puro e capace di contenere, mescolare e fondere tutti gli aspetti della vita umana.
(foto di ita145117 - fonte: flickr.com)
Gioia e disperazione, distacco e unione, prigionia e liberà si compongono ed attraggono come magneti, obbediscono alle cieche regole di un destino che il poeta sa ineluttabile; che si interroghi sull’amore o sulla lotta però, Hikmet non cede mai alla malinconia o alla tristezza: la sua battaglia è partecipativa e vitale, per dirla in termini filosofici, “immanente”.
Non si può rinunciare alla vita perché, come scrive:
“La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio,
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell’al di là.
Non avrai altro da fare che vivere”
In tutte le sue liriche si avvicendano poi, senza che l’uno prevarichi l’altro, due mondi: quello orientale, legato all’infanzia del poeta, alla poesia in antichi versi persiani, alle dolcezze della terra del legno di cedro, dei profumi penetranti e quello occidentale, tutto convulso in ritmi sempre più serrati, con le sue vorticose metropoli e le sue brulicanti attività.
Francesco Mignacca, “Oriente-Occidente”
Eppure, questi opposti ossimorici hanno costituito essenza e nerbo di tutte le poesie di Hikmet; la mescolanza di paesi e culture differenti lo aveva infatti reso originale e pittoresco, “levigato dalle discipline”.
Ecco, “levigato” è una scelta terminologica quanto mai appropriata per descrivere il carattere di questo poeta a cavallo tra due poli: ogni caffè, ogni pasto, ogni tram lo ha modellato, scolpito, cambiato, e questa ricchezza di influssi e stimoli esterni è poi confluita, attraverso un paziente lavoro di sintesi e discernimento, in tutta la sua attività letteraria.
Insomma, se non possiamo immaginare un Tolstoj senza un Napoleone, o un Kipling senza giungla, così non si può separare Hikmet dal grande tema del viaggio, di un cammino che è quasi pellegrinaggio, espiazione di dolore, catarsi e rinascita.
Osteggiato in patria (per ben due volte, dopo la dura prigionia, il governo attentò alla sua vita) e osannato all’estero (tanto che, per sollecitarne la liberazione, tra i firmatari della commissione internazionale predisposta allo scopo si leggono i nomi di Pablo Picasso, Pablo Neruda e Jean-Paul Sartre), il poeta è legato alla sua patria da un sentimento ambivalente di amore e conflitto.
Leggendo le poesie di Hikmet si scava in questo humus di nazionalismo, epica, lotta, passione, desiderio ed ogni suo verso conferma la profezia di Joyce Lussu, secondo cui “molti continueranno a leggerlo e a riscoprirlo”.
Accessibile e struggente, l’autore turco continua ad imporsi come una delle voci più autorevoli del secolo scorso.
© 2013-2014 imieilibri.it
Nazim Hikmet, “Poesie d’amore”
Mondadori (collana Oscar classici moderni), pp. 188, 9€
Disponibile su:
- Amazon
- laFeltrinelli.it
- IBS
- inMondadori
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