Baudolino di Umberto Eco
Risulta difficile collocare questa ultima fatica letteraria di Eco entro una precisa categoria di genere. Non può dirsi né un romanzo storico, né un'opera satirica, né una narrazione fantastica, e, ciononostante, risulta sorprendentemente collegabile a tutte queste definizioni e, forse, ad altro ancora.
Con sagace ed accattivante inventiva (che sa ricorrere anche a gustosi artifici linguistici come pure a disinvolti accenni poetici), Eco ambienta nell'Italia medievale le vicende di un personaggio - il contadinotto Baudolino - che, in virtù della propria abilità nell'inventare stupefacenti frottole, riesce a farsi adottare da Federico Barbarossa ed a influenzare eventi storici di considerevole importanza.
Personalmente, non ho potuto fare a meno di dilettarmi, scoprendo che, per mano di Baudolino, prendono vita, talvolta inconsapevolmente, il famoso carteggio parigino di Abelardo ed Eloisa e la leggendaria missiva del Prete Gianni, così come mi sono divertito a scoprirlo coinvolto nelle complesse vicissitudini della fondazione di Alessandria o nella fabbricazione e diffusione delle più celebrate reliquie religiose, fino ad inventarsi di sana pianta nientemeno che il Graal e la Sindone.
Ciò che è risultato piacevole, nello stile scorrevole di Eco, nonostante la vastità di citazioni e riferimenti colti, è la capacità di porre in discussione e, talvolta, di irridere in maniera affettuosa alcune delle più accreditate tradizioni storiche e religiose del Medioevo, peraltro senza la malignità del dissacratore, ma con uno spirito goliardico che si svela tutto nella seconda metà del libro, allorché ho seguito il racconto delle imprese mirabilmente inverosimili di Baudolino e dei suoi picareschi compagni d'avventura, alla ricerca di un utopia da lui formulata ed alla quale finisce egli stesso per credere: il favoloso Regno del Prete Gianni. Per quanto questa seconda parte mi abbia inizialmente spaesato, ho altresì avuto modo di apprezzare le vivide descrizioni di come i pittoreschi ed umoristici inganni politici e religiosi orditi da Baudolino (e che, a ben vedere, ripropongono lo spirito di certe beffe boccaccesche o di colorite leggende, come, ad esempio, quella dell'assedio di Carcassonne).
Ed è difficile non farsi conquistare dalla frizzante fantasia dell'autore che, per ricordarci lo spirito fiabesco ed irrisorio del libro, non esita a mettere in campo mostri da bestiario medievale, città leggendarie e cosmologie fiabesche, rinnovando dunque in noi il piacere del puro diletto letterario.
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